L'ALTRA RITA di marcello giannini
"Un soffio,
tutto come un soffio,nel bene e nel male,nell'ansia e
nella speranza, ma tutto fortunatamente sofferto per
rendere la conquista più più bella".
La voce e il piglio sono giovanili e per gene dolcemente aggredenti
e rotolano giù le immagini : in rapida sequenza o
indugiante collage , la storia di una parte della vita
che resta incancellabile, esperienza irripetibile della
moglie di un personaggio che sembra ancora da realizzare
e per questo incapace di invecchiare. Non è il solo e
neanche lei è la sola. Tuttavia sono particolari come
particolari sono state le tappe della loro autentica vita
in comune: "Sposai una bandiera e ne sono felice
perché gli uomini simbolo ti realizzano attraverso una
sofferenza particolare: sempre sotto esame e come in
attesa di mettere un punto per poter andare a capo e
ricominciare".
E' così,è questa l'altra Rita, la Rita di Antognoni.
Conobbe Giancarlo a Roma mentre era in ritiro con la
nazionale in compagnia di Vincenzo Guerini e si
innamorarono,come in un film tutto rosa.Quel film che
dall'esterno sembra tutto rosa perché loro due sono
ancora insieme, come il primo giorno e come quel giorno
del 77 quando si sposarono a Roma : sì, sotto i flash
dei fotografi, coi reportage
sulla stampa nazionale ,quotidiana e periodica e le
televisioni,un matrimonio alla grande ,di quelli che lei
da bambina aveva visto e sognato.
- E ora?
- "Ora eccoci qui, con Alessandro che ha quindici
anni e Rubinia che ne ha sette: due figli, voluti,
sofferti,attesi,lo sai.....anche avere un figlio è stata
una conquista sofferta. Per questo alla fine è stata una
vittoria più belle,diversa dalla massa,del resto come
tutta la nostra vita è stata sofferta, ma non per questo
non meno bella.Proprio così perché noi siamo in
comunione del bene come nel male, siamo una cosa unica,
abbiamo imparato a soffrire delle sofferenze dell'altro
per farci coraggio".
Vero,verissimo. Sempre in salita la vita di questo
campione e per questo quella della "sua" Rita.
Lei sempre in tribuna,discreta allora come oggi, fedele
al suo ruolo di moglie di un personaggio amato e
coccolato, innalzato e sventolato ,appunto come una
bandiera.
-"Se lo merita. Lui è bravo quanto è umile, è
intelligente quanto è taciturno,è fedele nel bene e nel
male, non tradisce, è capace di soffrire in silenzio
come ha fatto tante volte, è un esempio. Lui ama Firenze
e ne è riamato. Anch'io amo Firenze, e ne sono riamata.
Sapete qual'è stato uno dei momenti più belòli della
vita?Quando siamo tornati dall'esilio svizzero e gli
occhi si sono posati sul DUOMO e sul campanile di GIOTTO,
e poi le colline, Fiesole, l'Arno,i ponti, i monumenti,
le strade, Santa Croce,San Frediano.....un abbraccio, e i
fiorentini, ci hanno seguito in Svizzera dove era facile
ammalarsi di solitudine e di maliconia. Sono venuti a
fare il tifo per "Antonio" , sempre, non un
giorno solo".
Vero ,verissimo. "Non indosserò mai un'altra maglia
in Italia,la mia è viola...", aveva detto, e Rita
con lui ,all'unisono anche in quella occasione. Nessuno
è più fedele di Giancarlo, e lui ne è ripagato
soprattutto moralmente, soprattutto dagli umili, da chi
patisce come lui se il viola non trionfa.
-"E i momenti più brutti o sofferti con Giancarlo?
-"L'incidente alla testa, quello della paura,davvero
vengono i brividi....poi il momento della grande
rabbia,quello dello scudetto mancato nell'82.....il
momento della lunga angoscia, quello della gamba
fratturata, della sofferenza indicibile, del recupero
dopo l'ultimo intervento del professor Gallinaro a
Torino.....e la grande umiliazione: l'attesa per il
rientro e l'emarginazione dei Pontello ,uno come
Giancarlo non se lo meritava. Però lì scoppiò il
grande amore di Firenze per Giancarlo....".
- "E Agroppi?
-"..sono diventati amici, sono amici,Giancarlo si
era semplicemente difeso e a quell'epoca ,se mai, la
delusione venne proprio da qualche giornalista che si
diceva amico, lui si era difeso dopo Genova, ricordo
bene, ma solo per difendere il suo prestigio, conquistato
con fatica,con sofferenza,con umiltà e soprattutto con
quella fedeltà che rischiò di non essere compresa . Sai
sono fatti, non parole, la Svizzera fu una scelta
sofferta, l'ho detto, Giancarlo non avrebbe potuto
indossare una maglia diversa da quella viola, non l'aveva
fatto quando la convenienza non stava solo nel denaro: Lo
sanno tutti quanto è difficile andare in nazionale se si
è fuori dal giro delle grandi. Sì, il viola e Firenze
ci hanno stregati , ma è così bello ,così dolce stare
qui, stare in mezzo a questa città che è unica al mondo
perché sono i fiorentini una razza a parte, davvero
unici, e i migliori...".
Rieccola riemergere, con tutta la sua grande
passionalità, di innamorata sincera, di donna
intelligente oltre che bella, una sorta di guida
spirituale proprio per Giancarlo, uomo dalle mille
certezze perché, come lui dice "Sono le donne che
fanno gli uomini". E tornano alle mente le battaglie
di questa donna eccezionale che spesso ha vinto andando
contro corrente,coi fatti e con le parole. Giusta donna
per l'uomo-bandiera di una Fiorentina tornata alla
ribalta per essere grande.
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